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Zucchero e salute

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Fondazione Italiana GIST ETS

SALUTE E GUSTO CONSIGLI DI NUTRIZIONE E RICETTE
Rubrica a Cura di Anna Laurenti e Margherita Nannini

Zucchero bianco e dipendenza Lo zucchero bianco crea dipendenza perché agisce con lo stesso meccanismo delle droghe, vediamo nel dettaglio il meccanismo d’azione.
Quando si introduce nell’organismo zucchero in elevate quantità aumentano i livelli di dopamina, l’ormone della felicità e della gratificazione, così come accade quando si assumono delle droghe. La dopamina provoca sensazione di benessere che però dura per un periodo limitato, perché la concentrazione di glucosio tende a diminuire per effetto dell’insulina: l’abbassamento della quantità di zucchero in circolo crea la necessità di assumere altri cibi zuccherati per riportare i livelli di dopamina a un valore più elevato, attraverso il meccanismo comunemente conosciuto come “voglia di qualcosa di dolce”.
Su questo meccanismo di dipendenza si basa il mercato degli snack dolci e del junk-food, ricchi di zuccheri ed estremamente nocivi per la salute perché altamente calorici ma praticamente privi di sostanze nutritive.

Zucchero bianco e crescita tumorale
Spesso in rete si trovano articoli che sostengono che per ridurre le masse tumorali sia necessario eliminare lo zucchero dalla dieta in modo da “affamare il tumore”. Tale ipotesi si basa sul fatto che la PET (Tomografia a Emissione di Positroni), esame che si esegue per valutare l’attività tumorale, utilizzi glucosio radioattivo come marcatore, che si accumula in quantità elevate nelle cellule tumorali. Così nasce l’idea che le cellule tumorali crescano maggiormente in presenza di glucosio, idea che semina spesso il panico tra i pazienti che possono arrivare addirittura ad eliminare totalmente i carboidrati dalla dieta per il terrore di provocare crescita delle masse tumorali.
Ma questa è un’interpretazione errata di ciò che succede: l’elevata captazione del glucosio da parte delle cellule tumorali non è la causa della loro crescita, ma bensì la conseguenza. Il pensiero corretto è il seguente: poiché le cellule tumorali crescono velocemente a causa del loro metabolismo accelerato, utilizzano più glucosio rispetto alle altre cellule.
E’ comunque anche vero che un’elevata concentrazione di glucosio provoca rilascio di elevata quantità di insulina che favorisce la messa in circolo di fattori infiammatori e fattori di crescita che a loro volta possono provocare la crescita di determinati tumori.

…La parola dell’oncologa…
Gli zuccheri, attraverso la loro degradazione a glucosio, rappresentano una fonte energetica primaria per tutte le cellule, incluse quelle tumorali e il meccanismo attraverso cui viene ricavata energia dal glucosio prende il nome di glicolisi. Tale processo può avvenire sia in condizioni di scarsità di ossigeno (glicolisi anaerobica), sia in condizioni di normale ossigenazione (glicolisi aerobica).
Tale attività glicolitica nelle cellule tumorali, rispetto a quelle normali, è decisamente più pronunciata, fenomeno noto come effetto Warburg, permettendo loro di crescere anche in ambienti poco ossigenati, anche se la maggior parte delle evidenze scientifiche ha fallito nel dimostrare una correlazione tra il consumo di zuccheri e lo sviluppo dei tumori.
Pertanto se la correlazione tra zuccheri e cancro è nella stragrande maggioranza dei casi priva di dimostrazioni scientifiche certe, le uniche evidenze a favore di tale correlazione sono state prodotte per quanto riguarda il tumore al seno su modelli animali, in cui è stato visto come l’eccesso di fruttosio favorisca la crescita tumorale e la metastatizzazione.
Più recentemente, in uno studio osservazionale condotto su donne operate di tumore al seno e sottoposte a trattamento chemioterapico e/o ormonoterapico preventivo è stato visto come l’obesità e il diabete favorirebbero lo sviluppo di recidiva di malattia, accorciando dunque il tempo libero da malattia.
Quindi non vi sono evidenze scientifiche che riconoscano nel consumo di zuccheri un fattore cancerogeno certo in grado di peggiorare una malattia oncologica pre-esistente. Più certo è che una condizione di iperglicemia, frequente nei pazienti obesi e in quelli affetti da diabete mellito non controllato, possa avere una correlazione con lo sviluppo di tumori al seno e possa aumentarne il rischio di recidiva.

Zucchero bianco nascosto
Pensiero comune è che lo zucchero bianco sia solo quello che si aggiunge alla tazzina di caffè, che si spolvera sulle torte fatte in casa o che si trova nei classici dessert e snack dolci.
Purtroppo spesso lo zucchero è “nascosto” e se ne assumono in elevate quantità senza rendercene conto. Un esempio classico sono le bibite gassate: l’aggiunta di anidride carbonica e le basse temperature alle quali si consumano riducono la sensazione di eccessiva dolcezza, che invece si trova nauseante, se bevute a temperatura ambiente e magari un po’ “sgasate”.
Un altro esempio sono i succhi di frutta, che spesso si danno per merenda ai bambini, credendo che facciano bene perché ritenuti naturali. Purtroppo la maggior parte di questi prodotti la frutta l’hanno vista solo disegnata sull’etichetta e sono un concentrato di zucchero, coloranti e aromi artificiali.
L’industria alimentare utilizza per lo più come dolcificante lo “sciroppo di glucosio-fruttosio” derivante dall’amido di mais, perché costa poco e ha la proprietà di rendere più soffici i dolci. Questo sciroppo è più ricco di fruttosio che di glucosio; in linea generale il fruttosio, contenuto nella frutta in quantità ridotte non crea problemi al nostro organismo, ma, se si trova concentrato in elevate quantità all’interno di preparazioni industriali, può essere molto dannoso: infatti la concentrazione del fruttosio nell’organismo non è regolata dall’insulina e si accumula nel fegato dove viene trasformato in glucosio o, se in eccesso, in trigliceridi, ossia in massa grassa responsabile del sovrappeso.
In generale sarebbe opportuno evitare il più possibile l’utilizzo di prodotti industriali contenenti “sciroppo di glucosio-fruttosio”, prendendo l’abitudine di analizzare le etichette in modo critico al momento dell’acquisto, così da scegliere in modo consapevole solo quelli più sani e naturali.

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