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Blu-285

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Fondazione Italiana GIST ETS

Approfondimento Studio Clinico

BLU-285 (Blueprint Medicines )

Di Margherita Nannini, MD

 Department of Specialized, Experimental and Diagnostic Medicine, Sant’Orsola-Malpighi Hospital, University of Bologna

Nonostante che imatinib, sunitinib e, più recentemente, regorafenib abbiano enormemente modificato la storia naturale dei GIST, la resistenza primaria e secondaria rappresenta ancora adesso un tema molto caldo nell’ambito della ricerca farmacologica di questa rara malattia.

A tal proposito una delle molecole più promettenti che si sta affacciando nello scenario terapeutico dei GIST resistenti è BLU-285 (Blueprint Medicines), una piccola molecola orale selettivamente attiva in modelli preclinici contro le cellule mutate a carico dell’esone 17 di KIT e dell’esone 18 di PDGFRA (D842V), entrambi eventi molecolari cruciali nella biologia dei GIST. Infatti, come è ormai noto, per i pazienti con GIST portatori della mutazione D842V di PDGFRA non sono ad oggi disponibili terapie attive, mentre la mutazione all’esone 17 di KIT rappresenta uno dei meccanismi noti di resistenza secondaria alla base della progressione di malattia.

Grazie al suo duplice meccanismo d’azione, BLU-285 è stato subito oggetto di studi, diventando il protagonista di uno studio di fase 1 (NCT02508532), condotto su 40 pazienti (21 PDGFRA mutati e 19 KIT mutati) trattati con la molecola al dosaggio crescente di 30-600mg, i cui risultati molto promettenti sono stati presentati all’ASCO di quest’anno (MC Heinrich et al, abstract 11011). Infatti dei 17 pazienti con GIST D842V mutate, 7 hanno ottenuto una risposta parziale e 10 una stabilità di malattia, mentre degli 11 pazienti KIT mutati valutabili trattati con una dose > a 135mg/die, 2 hanno avuto una risposta parziale e 5 una stabilità di malattia. La maggior parte degli eventi avversi registrati sono stati la nausea, l’astenia, gli edemi periferici e periorbitari, il vomito, la diarrea, e l’anemia, tutti di grado 1-2. Un dato interessante è che al momento dell’analisi tutti i pazienti con la mutazione D842V erano ancora in trattamento.

Alla luce dei promettenti risultati, lo sviluppo di questo farmaco in studi di fase III su casistiche più numerose andrà di certo avanti.

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