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Alimentazione e Gist

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Fondazione Italiana GIST ETS

Un’alimentazione appropriata per i pazienti affetti da Tumore GIST

Imatinib è un farmaco che può causare effetti collaterali. Ad esempio ridurre i livelli di calcio e magnesio nel sangue. Il perché lo faccia, è ancora oggetto di studio. Una possibile spiegazione  è che Imatinib agisca sul metabolismo osseo. Tale abbassamento di calcio e magnesio può causare crampi  e dolori muscolari ed è consigliabile parlarne con il medico per integrare con calcio e magnesio la dieta. Inoltre è bene controllare i livelli di vitamina D perché anche questi si possono abbassare e la vitamina D è necessaria per assorbire il calcio.

Con Sunitinib  è stata riscontrata una carenza di vitamina B-12 (che  non compare in chi assume Imatinib). Questi farmaci però hanno molti obiettivi simili. Gli effetti collaterali provocati da uno possono essere causati anche dall’altro: infatti la carenza di vitamina B-12 può derivare anche dall’ablazione  totale o parziale dello stomaco e molti pazienti sotto Imatinib se hanno subito resezione, assumono della vitamina B-12, spesso per via intramuscolare.

Non ci sono dati certi per quanto riguarda la vitamina C. Vi sono stati un paio di esperimenti in laboratorio sulle linee cellulari riguardanti la vitamina C (nelle cellule CML). Alcuni di questi esperimenti hanno dimostrato che la vitamina C ha un effetto benefico, altri che ha effetti negativi. Comunque sia, il vostro corpo ha ancora bisogno di vitamina C.

Il dott. Guhagarkar è un chirurgo maxillofacciale e della bocca che opera a Mumbai, India, ed è anche malato di GIST .  Da alcuni anni è portavoce dei pazienti ed è l’autore dell’opuscolo “Guida all’alimentazione e ad uno stile di vita olistico con il GIST”.  Il suo approccio include un’appropriata  alimentazione e attività fisica (inclusi yoga e meditazione)  per ottenere livelli di energia più alti e convivere meglio con la malattia.

Anche se il dottor Guhagarkar è un paziente GIST, i suoi consigli possono aiutare chiunque  abbia a che fare con problemi simili, indipendentemente dalla malattia che lo affligge. Crediamo che pazienti e terapisti che condividono le loro esperienze svolgano un ruolo importante nell’aiutare gli altri malati come loro a gestire meglio  sia la malattia e che i suoi inevitabili effetti collaterali.

Cos’è l’angiogenesi

di Kathryn Troy  – 10 giugno 2016  –  Alimentazione. Supporto al paziente

L’ angiogenesi è un processo biologico naturale che stimola nel corpo la crescita di nuovi vasi sanguigni utilizzati per curare e riprodurre nuove cellule. Come spiega la Angiogenesis Foundation, tale processo dipende dalla produzione da parte del corpo di un delicatissimo equilibrio fra stimolanti e inibitori nel tessuto sano. Ogni alterazione di tale equilibrio può causare una crescita anomala dei vasi sanguigni e provocare malattie croniche come cancro, diabete, disturbi vascolari, ictus e altro.

La Angiogenesis Foundation descrive il controllo delle angiogenesi come un sistema di interruttori on e off. Gli interruttori on stimolano  la  angiogenesi, ovvero la  crescita di vai sanguigni, mentre gli interruttori off la inibiscono. Il National Institute of Health ( NIH ) afferma che “stimolare l’angiogenesi può essere terapeutico nelle malattie cardiache, nella cura di ferite e altro, mentre diminuire o inibire l’angiogenesi può essere terapeutico nel caso di cancro, artrite reumatoide e  altre malattie.”

Le terapie più comuni per i pazienti di GIST  – Imatinib  (Gleevec) Sunitinib (Sutent), Regorafenib (Stivarga) e Sorafenib (Nexavar) – inibiscono l’angiogenesi riducendo la produzione del fattore di crescita vascolare nell’endotelio indicato con l’acronimo VEGF: si tratta di una proteina segnale prodotta dalle cellule  che stimola l’angiogenesi, l’infiammazione e la permeabilità vascolare.

CIBI CHE INIBISCONO L’ANGIOGENESI

Anche cibi ad alta concentrazione di inibitori di VEGF possono contrastare l’angiogenesi. A questo proposito la ricerca ha dimostrato che mangiarli può aiutare limitando l’azione della proteina VEGF, e cioè impedendo la crescita di nuovi vasi sanguigni.

La lista seguente è stata scaricata dal database  di Eat to Beat Cancer : www.eattobecancer.org/evidence

Antocianine:

I ricercatori dell’ Ohio Comprehensive Cancer Center hanno scoperto che le antocianine, una classe di flavonoidi presenti nei cibi antiossidanti, inibisce la crescita di tumori e l’angiogenesi nei topi da esperimento trattati con un potente carcinogeno esofageo. Le antocianine sono presenti nelle more e nel vino rosso.

Licopene

Si ritiene che il licopene svolga una notevole attività di prevenzione del cancro e i suoi effetti contro il tumore della prostata sono stati esaminati in una serie di studi epidemiologici. Si trova nei pomodori, nella frutta e nella verdura rossa  e inibisce la formazione delle cellule vascolari endoteliali indotta da VEGF

Prove a favore del consumo di pomodoro e di prodotti a base di pomodoro ( salsa di pomodoro ) sono state fornite dall’ Health Professional Follow-up Study, uno studio epidemiologico.  Si è scoperto che gli uomini che consumavano  una porzione di salsa di pomodoro a settimana avevano il 20% di probabilità in meno di sviluppare il cancro alla prostata e quelli che consumavano due porzioni alla settimana riducevano il rischio di un terzo.

Polifenoli

Ricavati dalle piante, i polifenoli possono proteggere dalle radiazioni ultraviolette e da patogeni aggressivi. Se ne trovano svariati tipi nelle olive, nei vini rossi, nei frutti di bosco e nei melograni.

L’olio di oliva contiene il polifenolo DPE, che risulta avere proprietà antinfiammatorie e antiangiogeniche.

I melograni contengono ellagitannina (EL), un polifenolo  che inibisce la crescita dei vasi sanguigni tumorali.

Estratti e semi dell’uva contengono vari polifenoli con proprietà antinfiammatorie, fra cui il resveratrol e la  proantocianidina

Eugenolo

Sostanza aromatica naturale che si trova nell’olio di garofano, nella cannella, nel basilico e nella noce moscata, l’eugenolo si è dimostrato in grado ridurre l’espressione dei fattori angiogenici  (come il VEGF) nei topi con cancri gastrici.

Gingerolo

Si è scoperto che il principale componente dello zenzero sopprime la produzione di due proteine VEGF fondamentali per stimolare l’angiogenesi e del principale  fattore di crescita dei fibroblasti (bFGF ). Gli scienziati hanno provato che lo zenzero blocca la crescita dei vasi sanguigni negli animali vivi.

Noci

Uno studio della Harvard Medicine School  ha dimostrato che le noci inibiscono la crescita dei tumori al colon nei topi eliminando l’angiogenesi. Si è scoperto che le noci diminuiscono significativamente la proliferazione dei vasi sanguigni, come si è visto in campioni di tessuto tumorale ottenuti dai topi.

Prima di mangiare

Quando si esaminano i risultati di una ricerca che si basa su prove evidenti, ricordate che gli esiti possono variare da un individuo all’altro. A questo punto si ritiene che consumare una maggior quantità di cibo contenente inibitori VEGF potrebbe arrecare dei benefici. Per favore, consultatevi con il medico prima di modificare la vostra dieta e continuate a raccogliere informazioni sull’angiogenesi prima di apportare alla vostra dieta dei cambiamenti a lungo termine. E ricordate che, se le cure alternative/naturali  possono contribuire a ridurre i sintomi del cancro , non sostituiscono i farmaci chemioterapici che il medico prescrive per il GIST.

Siti di approfondimento: ( si richiede la registrazione )

Antocianine: https//www.eattobeat.org/evidence/13/antiangiogenic-substances- in – blackberries – licorice- may- aid- in –cancer- prevention.html

Lycopene:https//www.eattobeat.org/evidence/54/regular-consumption-tomato-products-lowers-ris-of-prostate-cancer. Html

Polifenoli:https//www.eattobeat.org/evidence/61/olive-oil-component-inhibit-angiogenesis-in-colon-cancer.html

https//www.eattobeat.org/evidence/53/pomegranate-shown-to-inhibit-angiogenesis-and-prostate-cancer-development.html

https//www.eattobeat.org/evidence/207/four-varieties-of-grapesshown-to-inhibit-angiogenesis.html

Eugenolo:https//www.eattobeat.org/evidence/94/substance-in-cloves-and-other-spices-shown-to-inhibit-angiogenesis.html

Walnuts:https//www.eattobeat.org/evidence/388/dietary-consumption-of-walnuts-suppresses-angiogenesis-in-colorectal-cancer.html

The Life Raft Group

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Wayne, NJ 07470 USA

Telefono: 973-837-9092

Assorbimento di sostanze nutritive dopo la chirurgia

di Kathryn Troy, 8 aprile 2016, Convivere con il GIST, Integrative Medicine Newsletter. Alimentazione

L’apparato digerente è formato da alcuni organi che collaborano per  alimentare l’intero corpo  trasformando il cibo in energia e in nutrienti di base. Il cibo si ingerisce dalla bocca, passa per l’esofago e arriva nello stomaco, viene filtrato attraverso l’intestino tenue, il pancreas e il fegato. Grazie alle proprie particolari funzioni ogni organo concorre  in modo diverso a trasformare il cibo che ingeriamo nei nutrienti di cui abbiamo bisogno.

Lo stomaco fa sì che grandi quantità di cibo si mescolino con i succhi gastrici prima di passare nell’intestino tenue, che è composto da duodeno, digiuno e ileo. A questo punto inizia il processo di assorbimento che contribuisce al funzionamento ottimale del corpo e alla buona salute complessiva. L’ intestino tenue e il crasso costituiscono le principali fonti di immagazzinamento e assorbimento dei nutrienti. Le pareti intestinali assorbono i nutrienti digeriti. Le scorie non digerite, come le fibre, passano nel colon.

I pazienti GIST che sono stati sottoposti a operazioni importanti, che comprendono una gastrectomia parziale o totale e la resezione dell’intestino tenue o crasso devono affrontare problemi quali il cattivo assorbimento e la disidratazione che ne conseguono. Rimuovere parti dell’apparato digerente può provocare carenze dei nutrienti che questi organi comunemente assorbono, come è indicato nel seguente elenco:

–         Il duodeno assorbe le vitamine A,D,E e K

–         Il digiuno assorbe proteine, carboidrati,vitamine e minerali

–         L’ileo trasmette il cibo al colon e assorbe la vitamina B12

–         La valvola ileocecale (il collegamento che unisce intestino tenue e crasso ) controlla il passaggio del cibo e aumenta la produzione di nutrienti e elettroliti

–         L’intestino crasso assorbe fluidi e elettroliti quali il sodio e il potassio

–         Il colon elimina le fibre contenute nella dieta e inizia lo sviluppo di acidi grassi

È importante per chiunque abbia subito un intervento che modifica un qualsiasi stadio del processo digestivo parlare di come trattenere questi nutrienti con il proprio medico. Potete usare le seguenti informazioni del National Institute of Health (NIH) and Madscape per impostare il dialogo.

Vitamina A : è una vitamina solubile nei grassi che serve a mantenere la visione normale e le funzioni del sistema immunitario. Contribuisce anche al benessere di organi quali cuore,  polmoni e  reni. È molto importante per  i pazienti di GIST in cura da molto tempo, poiché molti farmaci possono indurre disidratazione e mal funzionamento dei reni. Immagazzinare vitamina A aiuterà a sostenere i reni e a prevenire intossicazioni.

Vitamina D: è un’altra vitamina solubile nei grassi usata per rafforzare il calcio nel tratto gastrointestinale. Permette alle ossa di crescere e rinforzarsi e previene l’osteoporosi.

Vitamina E: è un antiossidante  solubile nei grassi  che stimola le funzioni immunitarie, previene le malattie cardiovascolari e protegge le capacità cognitive.  È particolarmente importante per i pazienti GIST  che presentano spesso un sistema immunitario indebolito, cosa che può renderli più vulnerabili ad altre malattie.

I cibi per fornire vitamine A,D e E comprendono verdure a foglie scure, mandorle, avocadi, broccoli, tonno inscatola e salmone. Versioni solubili in acqua sono un’opzione valida se è stato asportato l’ileo.

La vitamina K è spesso associata al processo di coagulazione del sangue e persino alla salute delle ossa. Se ne può verificare una carenza se i malati hanno disturbi Gl, per cui i livelli devono essere monitorati regolarmente. Per aumentare i livelli di vitamina K esistono varie opzioni dietetiche da discutere con il proprio medico. Queste includono verdure a foglia scura, oli salubri ( come quello di oliva e di canola) avena, fagioli e ogni tipo di frumento. Un medico può anche consigliare di somministrare la vitamina K per via endovenosa se necessario.

VitaminaB12: favorisce la formazione di globuli rossi  e le funzioni neurologiche. Si trova  nella carne rossa, nel pesce e nei crostacei, nel tuorlo d’uovo e nei formaggi (Svizzero, Parmigiano, Mozzarella). Se lo si ritiene necessario  si possono assumere dosi supplementari di vitamina B 12 con iniezioni  mensili o ogni due o tre mesi.

I pazienti che manifestano effetti collaterali acuti e cronici dopo la chirurgia  spesso assumono ceppi probiotici  per mantenere un sistema immunitario sano e un processo digestivo ottimale. Mayo Clinic Probiotic org. e NIH raccomandano questi ceppi probiotici per conservare la salute dell’apparato digerente:

Lactobacillus acidofhilus. Contribuisce a migliorare la regolarità intestinale. Effetti collaterali possono includere diarrea e sintomi intestinali collegati agli antibiotici.

Lactobaillus reuteri. Migliora la salute complessiva degli adulti, specialmente di chi soffre di infezioni e malattie gastrointestinali.

Sacromyces  boulardii. Riduce i disturbi intestinali e i sintomi di diarrea.

Bifidus: consente al corpo di metabolizzare gli zuccheri e regolare i livelli di pH nel tratto Gl al fine di migliorare le funzioni digestive.

I probiotici dovrebbero essere assunti in dosi da 5,5 a 50M unità. Dato che sono batteri vivi, assicuratevi di acquistarli da fonti sicure. Devono essere sigillati in blister e non devono essere esposti a caldo e umidità.

E ancora, è essenziale parlare con il medico prima di iniziare qualsiasi trattamento preventivo per evitare inutili complicazioni, specialmente in fase postoperatoria.

Esaminare il lavoro del sangue e altri criteri di valutazione potrà aiutarvi a comprendere meglio come il vostro corpo sta cambiando e a individuare gli  interventi disponibili per aiutarvi a conseguire e mantenere una buona salute.

Panificare una dieta sana dopo una gastrectomia
Di Kathryn Troy, 16 giugno 2015, News, Alimentazione

I malati di GIST spesso faticano con la dieta e con l’assunzione di nutrienti dopo una gastrectomia parziale o totale o un’ileostomia. Queste procedure possono causare traumi alle funzioni del sistema digerente, danneggiare la capacità di assumere calorie e  impedire di assorbire i nutrienti necessari per una salute ottimale. Una dieta corretta può aiutare gli organi coinvolti a guarire e anche a migliorare il processo digestivo. Spesso, dopo un intervento chirurgico, i pazienti incorrono in sintomi che intaccano la loro capacità di mantenere una normale assunzione di nutrienti.

Sindrome di dumping (DS) e diarrea

Uno dei sintomi più impegnativi è la sindrome di dumping (DS). Si verifica quando il cibo si muove troppo rapidamente verso l’intestino tenue e può comprendere gonfiore, nausea, diarrea, polso accelerato,vertigini, giramenti di testa. La DS si può verificare in qualsiasi momento in un intervallo che va da 15-30 minuti a 2 o 3 ore dopo i pasti e colpisce il 75% dei malati che hanno subito una gastrectomia. La DS è causata dalla perdita totale o parziale dello stomaco e dall’aumento della velocità con cui il cibo passa nell’intestino tenue per essere digerito. L’assunzione contemporanea di cibo solido e liquidi è invece la principale causa di diarrea: è bene quindi evitare di bere durante i pasti e aspettare da 30 minuti a un’ora prima di bere.

Anche il tipo di cibo che si ingerisce può aggravare la DS. Una dieta appropriata può contribuire a ridurre o alleviare i sintomi. Alcuni cibi dovrebbero essere inclusi e altri evitati.

CIBI DA MANGIARE

Bisognerebbe mangiare proteine ad ogni pasto: uova, carne, pesce, pollame, noci, latte, fagioli secchi, lenticchie, burro di arachidi sono ottime fonti di proteine

Bisognerebbe mangiare cibi ad alto contenuto di fibre il più spesso possibile. Tutti i cereali, compresi  pane, pasta, frutta, verdure e cereali arricchiti con fibre sono scelte appropriate

CIBI DA EVITARE

Cibi con alto contenuto di zuccheri, come bevande gassate, succhi di frutta, dolci, caramelle, frutta cotta con zucchero, miele e gelatine dovrebbero essere limitati o evitati del tutto, Altrettanto vale per i carboidrati semplici.

Dolori addominali, costipazione e gonfiori

Se un paziente prova questi sintomi, la causa può essere un’intolleranza al lattosio. Questa generalmente colpisce i pazienti che hanno subito un intervento in prossimità dell’intestino tenue  o che coinvolge quest’ultimo, dato che l’enzima per digerire il lattosio si trova nel digiuno. È possibile che i sintomi dell’intolleranza al lattosio siano solo temporanei. Una volta che le condizioni del paziente migliorano durante il processo di recupero post-operatorio, si può provare a reintrodurre i latticini gradualmente e a piccole dosi.

Se un paziente manifesta questi sintomi  dopo aver eliminato i latticini, si può provare ad inserire nella dieta  più carboidrati complessi (vedi la lista dei cibi contenenti fibre).

Si consiglia di mangiare piccole porzioni di cibo e più volte al giorno (non meno di sei pasti al giorno). Le piccole porzioni permetteranno al corpo di riabituarsi a lavorare il cibo e ad assimilarne il valore nutrizionale. I pasti frequenti faranno sì che ogni volta siano assimilati dei nutrienti, mentre con tre pasti al giorno questi transitano rapidamente attraverso l’apparato digerente.

Anche l’assunzione di acqua svolge un ruolo importante in questi sintomi postoperatori, come è stato spiegato prima  (DS e diarrea) e occorre creare un programma di assunzione di liquidi personalizzato e gestibile.

CIBI DA MANGIARE

Se si eliminano i latticini dalla dieta si può ricavare il calcio da verdure a foglia scura,  latte ricavato da noci o soia, salmone e tonno.

CIBI DA EVITARE

Bisogna evitare latte e gelati. I formaggi a pasta dura e lo yogurt contengono minori quantità di lattosio e possono essere scelti dagli individui che stanno reinserendo il lattosio nella loro dieta. Anche i formaggi molli come il mascarpone contengono poco lattosio, specialmente quelli invecchiati.

Anemia

L’anemia si può verificare per carenza di vitamina B 12, folati o ferro,  e può trascorrere anche un anno dalla gastrectomia prima che venga diagnosticata. I sintomi comprendono brividi, stanchezza, intorpidimento delle estremità e vertigini. La vitamina B12 solitamente viene assorbita nell’ileo (nell’intestino tenue), il che significa che se una persona ha subito una gastrectomia parziale e anche la rimozione totale o parziale dell’intestino tenue, la proteina non si mescola con i succhi dello stomaco per transitare nell’intestino tenue  e venire assorbita in modo ottimale. Gli integratori di vitamina B12 possono essere utili a chi soffre di un cattivo assorbimento.

Il ferro e i folati vengono assorbiti nel duodeno ( parte dell’intestino tenue ) quindi, in caso di gastrectomia, mancano i succhi gastrici normalmente impiegati a questo fine e ciò impedisce la trasmissione del ferro nel sangue.

Cibi da mangiare

Carni rosse magre, verdure a foglia verde scuro, pollame, pesce, frutta secca e agrumi, cereali addizionati di ferro (integratori di vitamina B12 e multivitaminici possono costituire un’opzione con il consenso del medico).

Anche se la gestione e la programmazione dell’assunzione di cibo e di liquidi, gli effetti collaterali e i problemi di salute possono sembrare un’impresa scoraggiante e uno spreco di tempo, gradatamente la qualità della vita migliorerà.  I pazienti di GIST acquisiranno così una maggior comprensione generale della loro anatomia e delle sue capacità mentre si riprendono dopo un grave intervento gastrointestinale.

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